30 gennaio 2011

fesserie di una mente pericolosa

c'è una poesia-ballata-robaschizzoide-partodiunfulmine-checazzostodicendoinsomma scritta ormai nei deliri di una magra estate che mi è capitato di rileggere durante il mio ultimo ritorno qui - baracca un po' fatiscente nella quale (fatiscenza, Ndr) tuttavia trovo il suo misterioso fascino. e insomma scorro le righe che mi appassionano (quando capita di rileggermi a volte credo fermamente nel fatto che sia un altro ad aver abbozzato quei deliziosi scarabocchi) e arrivo qui:

il bardo ha finito le pillole di follia
e ha smesso di scrivere di come va questo e di come va quello
e di quanto il cielo al crepuscolo possa distruggerti

ora vende puzzle senza senso e senza alcun incastro
(roba che non ha alcun senso assemblare)
alla periferia di una città senza nome
e diavolo, mi accorgo che questo ha tutta l'aria di essere una sorta di testamento arrrtistico (etichetta che non ha niente a che vedere con artistico in senso stretto), una fine dei giochi, bye bye babe. pareva un'epilogo e insieme un presagio di quel che sarebbe successo poco tempo dopo - un paio di pubblicazioni e poi silenzio. una volta liberato di un grosso peso, qualcosa se ne è completamente fregato e ha mi ha liquidato tornando a intermittenze (il che mi fa pensare a quanto anche il disagio di una situazione faccia parte di queste trame)
forse non importa, forse dopo questo rantolo sarà veramente finita, o forse l'aria è tornata ad essere frizzante.
forse tornerò anch'io come lui, con un nuovo programma.
forse. forse no. forse vaffanculo.

ma il buon bardo o impostore che sia, si è reso conto che la produzione di quei versi osceni e altre diavolerie post-moderne l'ha divertito, l'ha scosso. perché fermarsi di fronte alle possibilità di altri gustosi amplessi?

ora di rifare l'asfalto(?)


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