27 marzo 2010

il velo del cielo sulla tiare e sui diademi di una grande Eterna Brunetta chiamata notte

E’ una tiepida e tarda notte di marzo; sono nel pieno del chiaro di luna le streghe di marzo si lanciano a tutta velocità con i veli e le scope, i levrieri le inseguono, guaiscono nell’oscurità, le foglie non volano, restano schiacciate sotto i piedi, bagnata, una creatura bestiale si rotola sulla schiena nella terra, stai per capire che il Re Barone delle dolci montagne non stava per essere incoronato nella linfa di pino di questo Regno – vidi uccelli blu tremare su fradici rami neri, “flauto!”.
La primavera di flauto correva nei corridoi e nei vicoli rituali della mia mente sacra nella santa vita e mi faceva svegliare e risorgere alla mia attività di essere e diventare un uomo. Prendevo profonde boccate d’aria, mi infilavo con rapidi passi in scorciatoie sulla ghiaiosa via di accesso con vista sul fiume sul retro desolato del Textile – le grandiose vedute di Lowell da questa posizione dominante di notte, le innumerevoli acque tristi e tragiche laggiù, su sagome di arbusti morti e Reo e Chandler e vecchissime automobili bip bip bop in rovina infestate dai topi, e la sabbia putrida, che puzzava di fogna – ecco gli odori che inalavo nella primavera questa notte di ritorno dalla casa di Maggie, la primavera spingeva avanti il vecchio paraurti con sotto la sua dolce immondizia imputridita e incrostata e sapevo – che tutto ciò si sarebbe mischiato con il dolce alito del fiume che mi sgomenta sul lago nell’ansa – Dalla radura di Lakeview potevo letteralmente sentire l’odore delle pigne che si preparano per felici estati all’asciutto sulla terra, delle azalee di nuovo gonfie nel giardino di Mrs Faterty, il bar di Rattigan a fianco avrebbe sparso nell’aria l’aroma della schiuma della birra nei mesi seguenti – non si poteva non capire che era arrivata la primavera per l’agitarsi delle scope sulle verande delle signore -
Jack Kerouac, Maggie Cassidy




Today's Song: Jimi Hendrix - Bleeding Heart



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